29 agosto 2003

Cronache qualsiasi

Le serate sono andate in modo tale per cui marte: cine, mercole: marte, giove: tivù.

All'Eliseo ci siamo accomodati a vedere Tripla identità. Non certo un capolavoro, però diverse cose mi sono piaciute, compresa la sigla iniziale. Le vicende sono poco giustificabili e calcano sul grottesco, ma dopo un avvio quasi irritante riescono a coinvolgere la curiosità e financo i sentimenti dello spettatore. I due bravi protagonisti (lei è l'ex bambina-prodigio Christina Ricci) sono bruttini, eppure riescono con una sorta di miracolo attoriale a trasfigurarsi nel momento in cui, dopo aver fatto l'amore, irradiano felicità ultraterrena. Nell'intreccio come nei dialoghi si percepisce quasi una lotta tra ironia e sentimentalismo, tra l'amaro sarcasmo e l'idealismo zuccheroso. Per me due cucchiaini, prego.

Marte l'abbiamo osservato dal terrazzo al piano di sopra: con l'inquinamento luminoso di Milano non si può pretenderne la conformità cromatica, ma il pianeta rosso non ha deluso, risultando di gran lunga l'astro più brillante del firmamento. Ovviamente stando lì a rimirarlo ci siamo esposti alle sue emanazioni e non abbiamo potuto esimerci dal litigare. Né dal sottoporci poi a estenuanti incontri di pacificazione.

La tivù ha regalato una bella sorpresa con Bagdad Café (non quello di Pino Scaccia), che ho visto per la prima volta. Anche in questo caso la presenza di Marianne Sagebrecht coincide con un film di qualità. Ricco di spunti, soddisfacente e divertente. Merita. La sorpresa sono state le numerose scene non doppiate, segno di versione integrale (chissà poi perché l'avevano tagliata all'epoca).

Stasera, nuvole permettendo, il cielo stellato lo guarderò da un'altitudine a quattro cifre, e stavolta so già che quello lì è Marte e non la luce di una baita sul Cermis.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi