24 maggio 2004

Ho visto la squonkina

Milano, piazza della Scala. Manifestazione per il diritto a scuole materne e asili nido pubblici. Giocolieri, trampolieri, animatori, lenzuola colorate e gessetti per disegnare sul porfido dello spazio prospiciente palazzo Marino. Più tardi arriverà anche una rappresentanza della Banda degli Ottoni.
La forza per contrastare ogni ingiustizia non c'è, e in effetti per me essere qui oggi è una scelta puramente occasionale, in una piazza casualmente condivisa con chi rivendica il diritto alla casa (evidentemente il malcontento è variegato, in questa nostra Mailand albertiniana).

A un certo punto mi sembra di riconoscere una tipa. Per assicurarmi della sua identità senza porle domande potrei annusarla, ma riconosco che forse non è la maniera più decente di comportarsi in spazio aperto al pubblico sguardo, dunque mi ritraggo. Poi però ci ripenso e mentre decido di assoggettarmi all'imbarazzante interrogatorio, guardo in faccia la bambina che tiene per mano e fugo ogni dubbio: "Ma tu sei..?" "Ciao!" "E quella allora è la squonkina... ecco, questa è Licia, loro sono i miei piccoli. Mi raccomando, salutami Sergio."
Dopo le presentazioni, assisto a un minidialogo solidale tra due mogli di blogger. Le vedo scuotere la testa con un fare tra la rassegnazione e il compatimento.
Tutto perché non hanno mai provato le nostre assurde ebbrezze, quelle da blogosfera.

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a cura di Giulio Pianese

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