24 maggio 2004

Raccontare tutto è impossibile, dunque evviva il puzzle!

L'altra sera sono andato solo di gin tonic perché l'acqua tonica contiene il chinino che notoriamente è curativo. Effetti collaterali: ti sbianca l'orizzonte, nel senso che non torni a casa finché la notte non si schiarisce nei primi lucori di un nuovo giorno.

Un raduno così deve potersi prendere più spazio, anzi, più tempo. Quel tempo che fin dal mattino di venerdì vedevo solo di minaccioso profilo, sottilissimo e tutt'altro che proclive a lasciarsi riempire di tutto quello che avrei dovuto fare fino a sera.
Mi sentivo come Ray Liotta in Goodfellas, alle prese con una giornata impossibile sormontata da un elicottero ubiquo come una spada di Damocle a elica. Per fortuna le mie erano quasi tutte incombenze piacevoli e difatti non dismettevo il sorriso, come magicamente mi faceva notare Mafe in mezzo al traffico che tentava d'ingoiare la nostra carovana musical-bloggatara.

Blogganti ne vedevo e sentivo da giorni: conclusasi la pazziata, si erano intensificati i preparativi per il BlogRodeo, comprese attività propagandistiche (cartoline in ogni bar frequentato) e di borsa nera (affettatrici a manovella che passavano di mano transitando per sobborghi ex industriali).
Quella mattina però attendevo l'arrivo di qualcuno venuto da lontano, da oltre il fiume, da oltre le montagne, da oltre il mare. Ero insieme alla Cajuina, uscita in anticipo da scuola, ad accogliere Gilgamesh e Mistràl con un po' di cibarie e le prime birre della giornata. Poi, siccome l'elicottero di cui sopra c'era davvero, Gilga si appostava alla tastiera con piglio guerriero per sistemarlo a dovere. E avrei visto cose mistiche accadere al mio computer, occhieggiando ogni tanto a schermate imperscrutabili mentre salutavo i nuovi arrivati Alessio, Strelnik e Monia (e vi riabbraccio anche ora ripensandovi con calore).

(altri tasselli si aggiungeranno, sicuramente)

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi