14 settembre 2004

Pomeriggio piovoso (Rainy day)

All'inizio ho sentito i cani guaire. "Stanno piangendo", ho detto avvicinandomi. Dribbling tra gli ombrelli per un abbraccio, due, poi il corteo. In chiesa jazz acustico sopraffino eseguito dal vivo condiva magicamente l'impotente liturgia tradizionale. Al cimitero, il cielo scioglieva in fango la terra, pesante su quella bara troppo giovane. Inzuppato e inzaccherato, dentro e fuori, nemmeno una parola mi usciva a confortare l'amico mutilato della sua discendenza. Solo l'abbraccio contava qualcosa. Fors'anche la simbologia dei gesti. Per aiutarlo a reggere, a sfangarla, a ricordarsi del fiore tra le zolle. Indurlo a distogliere lo sguardo dalla fossa malgrado l'orizzonte muto. Per provare ad attraversare lo strazio sorvolando la materia.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

scrivimi