18 febbraio 2005

Music is love

È un periodo, questo, in cui mi sto rendendo conto di una passione, cresciutami in corpo da non so dove, per alcune canzoni degli anni '30. Senza voler generalizzare troppo, la noto però e la connoto come particolare in virtù della purezza dovuta all'ignoranza. Altrimenti detto, mi sento via via mugolare dei pezzi e solo in seguito ne scopro la datazione, risalente proprio a quell'epoca.

Che ho a vedere io con quegli anni? Mica ero nato, mica li ho mai seguiti con attenzione, ché a scuola i programmi di storia si sono sempre fermati alla prima guerra mondiale, anzi alle sue "vere cause". E gli anni trenta rivisti con l'occhi d'oggi sanno di zolfo e cianuro, sanno di prodromi di pogrom, sanno di quel che non si vorrebbe sapere. Invece, alle mie orecchie, da quell'epoca riecheggiano dolci malinconie e s'intrecciano melodie senza tempo, capaci di sbocciare svilupparsi e conquistare nello spazio di tre minuti tre.

Di Charles Trenet, Boum! (1938) la sentii per la prima volta nella colonna sonora del mio film preferito, e costituì la molla per l'acquisto di un doppio CD che mi permise di scoprire anche il gioiellino Je chante (1937), la cui apparente spensierata levità è invero un tragico resoconto di emarginazione e indigenza.

A metà degli anni novanta, Warchild pubblicò un disco a sostegno dei bambini della Bosnia. Dei venti brani della raccolta, il pezzo che mi colpì inducendomi al riascolto compulsivo fu Dream a little dream, ma solo poche settimane fa venni a sapere che era stato composto nel 1930.

Intorno al 1995 uscì anche Kojak Variety di Elvis Costello, un CD che mi procurai casualmente, grazie a un buono vinto a Radio Popolare. Comprende 15 rivisitazioni di brani che prima d'allora mi erano quasi totalmente sconosciuti. Grande merito agli arrangiamenti, attraverso i quali l'artista imprime il suo marchio su composizioni di provenienze e stili variegati. Negli ultimi tempi m'è venuto di risentirlo con una certa frequenza, di soffermarmi poi e indulgere al riascolto della n. 11, The very thought of you, una ballata romantica che, giuro, non avevo mai sentito in altre versioni; una ballata di cui cercando il testo in rete ho scoperto ciò che per pigrizia non avevo verificato nelle note di copertina, e cioè che fu scritta da Ray Noble nel 1934.

Ecco un repertorio che inizia a formarsi da sé. Aggiungici pure Drop me off in Harlem (1933) e A tisket a tasket (1938), piovute come manna dall'energia vocale di Ella Fitzgerald, e mi darai da canticchiare felice ogni giorno, sulle scale o sui pedali, per la strada o nei locali. Sorridendo, perché la musica scatena l'amore.


Nota: incidentalmente, il titolo di questi appunti corrisponde al primo brano del mio disco preferito, che però non è degli anni Trenta.

3 commenti:

  1. Credo fermamente che la musica é il vero cupido nella vita delle persone, tutti pensano a un angioletto che spara frecce , quando invece sono note, sono versi che gli artisti sentimentali e piú sensibili riescono a trasmettere con le loro brillanti creazioni per far bello il mondo. Io, da piccola guardavo i films e piangevo ,mi disperavo, entravo automaticamente nella protagonista e giú lacrime, sentivo lo stesso dolore o per amore, o per abbandono o per un´atto eroico ,ero li a soffrire o a gioire con la visione. Con la musica succede la stessa cosa, forse é ancor piú emozionante per via delle note che trasportano via e li che subentra il lato emozionale e ci si abbandona ad occhi chiusi. Capisco quando dici, ero bambino, tutti lo siamo stati, ma veniamo catturati dal suono come una falena a una luce nella notte, ci inebriamo dessa, ci voliamo intorno ed iniziano i viaggi non solo metaforici, sono quelli mentali che ti connettono con qualcosa di sublime ed impalpabile che in fondo é questo che sublima l´anima. Sempre piú soddisfatta di leggere queste tue annotazioni, che fai come un diario scoperto in un baule. Sei una bella persona e ne sono affascinata, ti lascio un caldo abbraccio e una buona notte carissimo e sorprendente Giulio ;-) Sweet...dreams ♫♥☆ (Maria Pia Tedesco_ Matóart ;-)

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    1. Grazie per il bel commento e per l'affettuosa condivisione!

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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