17 gennaio 2006

Purché ci sia allegria!

Tra le varie Birrati che ci sono a globi, oggi non sapevo quale scegliere.
Poi, grazie alla segnalazione inviata a Langit da una collega, ho avuto l'opportunità di scoprire Hogorocchio.
Consiglio vivamente una visita a questo sito, dove pretendono di spiegarci le caratteristiche di una birra norvegese usando un italiano molto... a capocchio. Si vede che era ubriaco perfino il traduttore automatico che hanno usato tra un boccale e l'altro. Evviva!

Per un momento, avevo anche pensato si fossero ispirati al Jabberwocky, ma è bastata un'ulteriore occhiata alle varie pagine, anche in altre versioni linguistiche, per convincermi della genuinità di questa scelta comunicativa.
Dopotutto, non succede poi tanto di rado che piccoli e medi imprenditori decidano di risparmiare proprio sulla voce "traduzioni".
Hanno ragione loro a pensare che le parole non siano importanti per presentarsi, oppure ho fatto bene ad aggiornare la pagina del curriculum?

P.S.: tre anni fa avevo presentato sul blog un esempio pratico di traduzione automatica, ma per quanti sforzi avessi compiuto, il risultato non era riuscito a raggiungere raffinatezze da anfratti linguistici evidentemente possibili solo tra i fiordi.

Aggiornamento: il tizio ritratto nella foto, il "direttore delle pubbliche relazioni di Hogorok per l'Europa centrale", assomiglia tanto tanto tanto a... Guglielmo Marconi.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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