05 agosto 2006

Indelebile

Come dire inestinguibile, incancellabile, perenne, permanente, duraturo, perpetuo... Oscuro è il motivo per cui qualcosa lo è e qualcos'altro no. Non si cancella, semplicemente. Succede a certi ricordi, ma colpisce se l'evento cui rimandano risulta all'apparenza marginale o trascurabile.
Per esempio, per esempio: tanti anni fa, diciamo una ventina, per concludere una serata di abbondanti libagioni in compagnia mi portarono al concerto di un gruppo femminile norvegese (in trasferta brianzola!) del quale altro non rimembro se non la presenza di un violino nell'esecuzione grintomelodica di un brano rockeggiante costruito su un testo francese.
Mi piacerebbe poterlo cantare qui sul blog, perché lo ricordo perfettamente o quasi, nonostante il mio tasso alcolico quella sera fosse oltre il limite di guardia, tipo da indurti a troncare una conversazione un po' biascicata per precipitarti a pisciare contro una recinzione. Il testo, come venni a sapere parecchio tempo dopo, era quello di una poesia di Prévert, questa:

Je suis allé au marché aux oiseaux
Et j'ai acheté des oiseaux
Pour toi
mon amour
Je suis allé au marché aux fleurs
Et j'ai acheté des fleurs
Pour toi
mon amour
Je suis allé au marché à la ferraille
Et j'ai acheté des chaînes
De lourdes chaînes
Pour toi
mon amour
Et puis je suis allé au marché aux esclaves
Et je t'ai cherchée
Mais je ne t'ai pas trouvée
mon amour

[qui una traduzione]

Cose che risuonano e risuoneranno sempre, mi sa. Pour toi, mon amour.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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