21 settembre 2006

Incubazioni

Leggo Narsil che dipinge una tremenda scena da incubo e mi tornano in mente per associazione d'idee parole che quasi un anno fa avevo appuntato senza mai decidere di pubblicarle e senza mai capire la provenienza delle immagini evocate:
Volano in su e in giù quei rapaci, eleganti, e li guardi ammirato da tale grazia giostrante. Non pensi che quel movimento sia l'alternanza dei loro turni per cibarsi di una carogna, né che la carogna di cui si stanno nutrendo, spolpandola, sei proprio tu.

Inutile stropicciarsi gli occhi, sono aperti su un sogno diurno. Inutile pizzicarsi, sei già sveglio: solo un tantino allucinato. Abbacinato lo sarai tra poco, se non distogli occhi e pensiero e non la smetti di fissare quel biancore capace di mettere il mondo vero in sottofondo.

Sbagliasti a dir loro che avevi fegato, a offrirti a cuore aperto, ad assicurare che interiormente li avresti coccolati. Ora ti trovano una delizia e si servono golosamente. È la loro natura, che t'aspettavi?

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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