30 gennaio 2007

Potevre alla pavrola

Gli devo il titolo del blog, anche se quando lo battezzai lo feci inconsapevolmente. Ma non di questo gli sono grato: oggi, colui che è stato (e per quel poco che so io potrebbe ancora essere) il miglior rapper italiano incanta i miei figli con l'incalzare del suo hip-hop d'annata, tra giochi sonori fatti di rime interne e altri intrecci verbali quasi enigmistici eppure funzionali al contenuto.
Lorenzo, che pur da seienne in questo periodo ha parecchie preoccupazioni di natura sociale, una volta tranquillizzatosi sulle benefiche intenzioni del tizio ("Ha detto dvroga?" "Sì, ma è contro la droga, contro la mafia..."), l'ha quasi eletto a idolo. Francesca ha addirittura portato a scuola il CD per improvvisare un balletto nell'intervallo (pare sia in corso una sfida tra loro e quelle della 5a C).

A quattordici anni dall'uscita discografica, insomma, verba manent di frankie hi-nrg mc è ancora supergettonato anche dalle nuove generazioni. Dal canto mio, in particolare, continuo a considerare Fight da faida un capolavoro assoluto nel suo genere.
La versione originale l'avevo sentita l'anno precedente, in una raccolta nella quale comparivano anche i 99 Posse (con Rafaniello e Salario garantito, mi pare) e altri (un po' a tentoni dico Onda Rossa Posse, Il Generale, Sud Sound System...), ma di cui non ho trovato traccia in rete.

Fight da faida

Padre contro figlio, fratello su fratello, partoriti in un avello come carne da macello, uomini con anime sottili come lamine, taglienti come il crimine, rabbiosi oltre ogni limite, eroi senza una terra che combattono una guerra tra la mafia e la camorra, Sodoma e Gomorra, Napoli e Palermo succursali dell'inferno divorate dall'interno in eterno, da un tessuto tumorale di natura criminale mentre il mondo sta a guardare muto senza intervenire. Basta alla guerra fra famiglie fomentata dalle voglie di una moglie colle doglie che oggi dà la vita ai figli e domani gliela toglie, rami spogli dalle foglie che lei taglia come paglia e nessuno se la piglia, è la vigilia di una rivoluzione alla voce del Padrino, ma don Vito Corleone oggi è molto più vicino: sta seduto in Parlamento. È il momento di sferrare un'offensiva terminale, decisiva, radicale, distruttiva, oggi uniti più di prima, alle cosche, fosche attitudini losche mantenute dalle tasse, alimentate dalle tasche: basta una busta nella tasca giusta in quest'Italia così laida... you gotta fight da faida! you gotta fight da faida! you gotta fight da faida! you gotta fight da faida!
Sud, non ti fare castrare dal potere criminale che ti vuole fermare: guastagli la festa, abbassagli la cresta, guarda la sua testa rotolare nella cesta. Libera la mente da ogni assurdo pregiudizio: è l'inizio della fine del supplizio che da secoli ti domina, ti ingoia e ti rivomita, potere di quei demoni, che noi chiamiamo "uomini", che uccidono altri uomini, che sfruttano noi giovani, che tagliano le ali agli angeli più deboli. Potere che soggioga, potere della droga, potere di uno Stato che di tutto se ne frega: strage di Bologna, Ustica, Gladio, cumuli di scheletri ammassati in un armadio. Odio, il tuo seme germoglia nella terra fecondato dal sangue della guerra e la camorra, indomita, ricca e strafottente, continua ad uccidere la gente. Tombe, ecatombe, esplosioni di bombe, raffiche di mitra, falcidia di bande, Cosenza, Potenza, carne morta in partenza, consacrata alla violenza senza opporre resistenza. Alpi, Salento, un solo movimento: pugni sul sistema pretendiamo un cambiamento; ridateci la terra, basta con la guerra. Dalla strada l'intifada... you gotta fight da faida! you gotta fight da faida! you gotta fight da faida! you gotta fight da faida!
Tri tri tri setti fimmini e un tarì u' tarì ch'è pocu pocu setti fimmini e u'baccocu u' baccocu è duci duci setti fimmini e la nuci e la nuci è dura dura setti fimmini e la mula e la mula avi li denti setti fimmini e u' serpenti e u' serpenti è avvilinatu setti fimmini e u' granato e u' granato è a coccia a coccia setti fimmini e la boccia e la boccia è sciddicusa setti fimmini e la busa e la busa è fina fina setti fimmini e l'antrina e l'antrina ecca acqua setti fimmini e la vacca e la vacca avi li corna setti fimmini e la donna e la donna scinni i' scali setti fimmini e u' rrinali e u' rrinali è tunnu tunnu setti fimmini e lu munnu e lu munnu è tri tri tri setti fimmini e un tarì.
You gotta fight da faida! you gotta fight da faida! you gotta fight da faida! you gotta fight... you gotta fight... you gotta fight... you gotta fight da faida!

Il testo lo trovi insieme a quelli dell'intero album con un clic, ma l'ho voluto riportare anche su questa pagina, tutto, come omaggio, tributo, riconoscimento a un grande (che sa anche ridere).

27 gennaio 2007

Parole da ricordare

Shoah, Shoa, Shoà, Sho'ah: annientamento, distruzione, desolazione, calamità.
Porrajmos, Porajmos: divoramento.
Olocausto: sacrificio cruento; sterminio.
Deportazione: trasferimento di prigionieri in campi di concentramento.
Lager: campo, magazzino, deposito; abbr. di Konzentrationslager, campo di concentramento.
Razzismo: discriminazione, intolleranza, segregazione, persecuzione.

Stelle e triangoli: contrassegni d'identificazione.

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Occorre esser vigili, se è vero com'è vero che certi semafori non si possono ancora spegnere.

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Il 27 gennaio 1945 l'Armata Rossa apriva i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz.

Da queste parti, la Giornata della Memoria prevede per oggi sabato 27 gennaio 2007 alle 15 manifestazione al Parco Nord, con la partecipazione dei Comuni della zona e della Provincia di Milano presso il monumento del deportato, progettato dagli architetti Belgiojoso. Alle 14,45 due cortei muoveranno da via Clerici a Sesto San Giovanni e da Viale Suzzani 292 a Milano per confluire nell'area del monumento a Bresso.

A Milano domani, domenica 28 gennaio 2007, alle ore 15.30 da piazza San Babila muoverà un corteo fino a Piazza Duomo (manifestazione promossa dalla Comunità ebraica di Milano e dal Comitato Permanente Antifascista).

26 gennaio 2007

Una che non puoi starle dietro

Babsi è tornata ed è come aprire il baule di Pippi Calzelunghe rifornito dalle tasche di Eta Beta.
Babsi è tornata sul blog, su flickr, su youtube, dunque in rete la ritrovi per iscritto e per immagini, queste ultime anche in movimento e sonorizzate.
Babsi è tornata ed è anche in libreria, dentro un'antologia.

25 gennaio 2007

Non per forza

Quando la pioggia sale dal basso non lava via niente. La luce in regalo arriva solo dopo che il cielo ha cambiato colore, spazzato dalla tempesta. Solo allora squarci di azzurro s'aprono allo sguardo spronandolo là in fondo al tragitto.

Quando il diaframma ristagna atonico, il respiro non si distende. Inspirare a fatica affoga le aspirazioni, si fa avara la musa e scarso il secreto, così asciuga la linfa che ispirava. E spirerebbe quel mondo infine sconfitto.
Quando stagione non parla di sé, illude e ossessiona. Surroga se illustra distrugge se incombe finisce se inizia si assenta se storna ravviva lo strazio se l'arco si stende dei sensi nell'ambra, immobile.
Quando al cammino prepara il campire, risenti tutto. La vita richiama l'odore nell'aria e a nulla vale voltarsi: stupore secerne collirio celeste, lampeggia ma brucia e poi diluisce in onde lunghissime l'animo d'uomini e replicanti, indifferentemente.

Quando la pioggia prepara al cammino, cambia tutto. La luce in regalo dipinge l'odore nell'aria e seguendo il garbo delle tue forme soffiano squarci di vita nella creta dei sogni. Da sé, s'apre al privilegio il cuore mai domo e sempre pronto a domarti, fino in fondo al tragitto.

22 gennaio 2007

Registro di bordo

Ovvero: "log". Per una segnalazione che non c'entra niente. Né con una ricorrenza, né con le letture abituali, né con qualche evento in corso...
Però è una segnalazione davvero da weblog, ossia "registro di navigazione", navigazione che mi ha riportato a un vecchio post di Zoro: Ago, alias Agostino Di Bartolomei, uomo e capitano della sua Roma (e che anch'io applaudii e incitai nei suoi anni di composta ed elegante permanenza al Milan).
Magari l'avevi già letto, magari no: leggerlo devi, ti dico, ma anche rileggerlo non sarebbe tempo buttato.

20 gennaio 2007

OperaMondo

È un wiki allestito per ospitare uno scritto collettivo cui puoi contribuire rispettando essenzialmente due regole:
# Usa la parola "Opera" in prima posizione nel testo che vuoi scrivere
# Usa la parola "Mondo" come ultima parola del testo che vuoi scrivere

Ho partecipato così:

Opera sta lì, a sud di Milano, sede ufficiale di un carcere moderno, tra l'altro. Agli occhi pigri inurbati è un luogo di nulla, sporto oltre le tavole dello stradario, chissà se al di qua o al di là della tangenziale. Periferia per eccellenza, ghetto dei pensieri, stagno del linguaggio, palude del pregiudizio, inconoscibile altrove. Magari non è vero niente, ma chi ci andrebbe mai a verificare, chi vuoi che si muova fin là, chi si smuoverà mai. Eppure basterebbe poco: un concerto una partita un corso, tutta roba provinciale, locale, suburbana certo, ma sufficiente a spostare il baricentro dell'attenzione, come su una googlemap scala 1:1. Meglio ancora, ovviamente, una ragazza: una conosciuta a uno stage a una fiera a un campo estivo o in vacanza, in metrò in corriera al terminal o su un intercity, all'università in ufficio alle corse o all'uscita del cinema, una irresistibile e aliena, una che sembra provenire da non so dove, come dire da un nonluogo o magari da un altro mondo. (Zu)

18 gennaio 2007

Chi siete? Che volete? Definitevi!

Ogni tanto salta fuori la solita solfa, da qualcuno che chiede la definizione di blog.
Siccome queste cose ce le si era già chieste singolarmente e collettivamente, e ci si era anche già risposto, se proprio occorre farsi ancora una volta metacomunicatori, va bene, ma che sia giocando:

da Strelnik, con Quotablog.

Blogger si nasce! E io lo nacqui, modestamente.
(d'après Antonio De Curtis, in arte Totò)

17 gennaio 2007

Come porci di fronte alla divinità?

Oggi è s. Antonio abate e festeggio la ricorrenza perché son devoto. Non a sant'Antonio, ma al puorco che l'accompagna. La prova? Quando mi arrabbio molto, qualche volta lo invoco, naturalmente insieme alla massima autorità celeste. Anche se non me lo sono mai portato a letto.

14 gennaio 2007

Colpa della Vale

Non si può dir di no a una che scrive le cose che scrive lei. Per questo alla fine ho ceduto, accettando di farmi coinvolgere dall'invito di Mamma per sbaglio a scrivere 5 cose che non sapevi di me.

L'invito è esteso a chi concordi sul fatto che scrivere aiuta a crescere.
Se lo raccogli, dimmelo e ti menziono qui:
...come Bhuidhe, che si è espressa nei commenti
...e Rillo, spettacolare come e più del solito
...

12 gennaio 2007

Ti va di palesarti?

Ci sono due tipi di lettori: quelli che entrano e fuggono, quelli che si soffermano, quelli che commentano... Oh, mi correggo, ci sono tre tipi di lettori: quelli che entrano di sfuggita, quelli che si soffermano, quelli che commentano e quelli che scrivono... Ah, ecco, i tipi sono quattro: quelli di sfuggita, chi si sofferma, chi commenta, chi scrive in privato e chi rilancia dal proprio blog... No, aspetta, rifacciamo.(*)
I tipi di lettori sono cinque, no sei, insomma, i tipi di lettori sono tanti, ma c'è chi per pigrizia o ritrosia o fiacchezza o chissà cosa, passa e va senza lasciare mai traccia scritta di sé.
Oggi in rete ricorre il delurking day, che in parole nostrane più o meno consiste in un invito a uscire dall'ombra scrivendo nei commenti, anche un semplice ciao (in caso di timidezza invalicabile, te la conto valida perfino se ti firmi con la sola iniziale, va').

(*) ti era già venuta in mente questa scenetta?

Nota: lo spazio commenti di questo intervento continua a rimanere a disposizione di chiunque passando di qua desideri manifestarsi, anche lasciando un semplice saluto.

11 gennaio 2007

*

Nella vita il difficile non è tanto trovare il lieto fine, quanto farlo diventare un vero inizio.

09 gennaio 2007

Ma

call [:] chiama, dice il messaggio; cioè, non so mica se sia davvero un messaggio; a esser sinceri, dargli retta equivarrebbe a una forzatura, a una lettura da pio desiderio, tipo quando ci si fa infinocchiare da un odore rimasto nell'aura e che ci pare presente nell'aria.
dream [+] sogno, l'altra notte; se t'ho sognata, dopo tanti anni che non accadeva, un motivo ci sarà pure; ci sarà, questo non mi pare una forzatura; nemmeno quella specie di kingkong cui apparteneva la manona che usciva dal fogliame per ghermirci, e noi via fuggitivi, insieme, fino a una specie di caserma col portone già chiuso, ma io sapevo come fare a entrare, anche se in realtà non lo volevo.
danger [-] pericolo, quello non c'era più; nessuna paura dei mostri; non più spaventosi di quanto possa esserlo la realtà, volendo; e se non vuoi e invece vuoi il bello, allora puoi, sappilo, è sempre come la storia del tuffo, che sembra più difficile prima di.
say [x] dimmi, con sincerità; esserlo con sé è la cosa più ardua, a quanto pare; rimestati dentro e sorprenditi, scintilla in trasparenza, fai rilucere il diamante che accende ogni cellula se le mani restano aperte fino al sorriso.

Ma avevo promesso un post sui "ma".
Un ma insistito lo descrisse la tipa di un tirassegno alle giostre, qualche lustro fa: "Quelli che quando stanno sparando gli finiscono i colpi, si lamentano sempre che l'ultimo era un centro. Certo, come no, quello che non è partito è ogni volta un colpo perfetto."
Ma un colpo non sparato fu di sicuro l'ultima canzone creata e suonata dal vivo dai Fragole & Sangue, quando ancora non s'era affacciato l'ultimo decennio del secolo scorso. A noi tutti piaceva un casino e so che ancora piace, ma non fu mai incisa in studio; non solo: non riesco a trovarne nemmeno una registrazione farlocca su cassetta scrausa. E allora puff, ma resta nel ritmo dell'apparato circolatorio, a ossigenare di scariche elettriche ogni cellula illuminata da dentro.

Che è rimasto?

Ma perché non ti ho trovata io?
Ma perché non ti ho tenuta qui?
Alle prime rughe
Prima delle rughe

Ma perché dobbiamo correre
Tutti i giri senza avere un replay?
Se luccica game over
Non cercare più monete, ci sei

Ma perché non ti ho tenuta qui?
Ma perché non ti ho salvata io?
Come vesti senza denti?
Come nutri i vecchi sogni?

Ma perché dobbiamo correre
Tutti i giri senza avere un replay?
Se luccica game over
Non cercare più monete, ci sei

Ma perché non ti ho trovata io?
Ma perché non ti ho fermata quando
Dai sogni al grande sonno
Il game over luccicava per te?

Delle cariche di linfa (Finché pulsa)
Delle cariche di linfa (Finché pulsa)
Delle cariche di linfa (Finché pulsa)
Al game over che è rimasto?

Che è rimasto?
Che è rimasto?
Che è rimasto?
Che è rimasto?


(1989, testo di Zu, musica dei Fragole & Sangue)

08 gennaio 2007

Apparuit

burànSe è stato un soffio, ci si fermi ad ascoltarlo.
Se è stato vento, che venga a scompigliare.
Se fu una furia, le si assecondi l'urlo.
Se è stato un parto, è di una cucciolata.
Se c'è caffè, saprà di cioccolata.

Buràn ha lambito anche me.

*

05 gennaio 2007

Al amisecidod etton

C'è qualcosa di bello in te, in quello che fai, in come sei. Così diceva e diceva fosse questa la prova del ritrovato amore per sé. Sembrava difatti stesse contemporaneamente da entrambi i lati dello specchio, in tutti i sensi. Non solo alla vista, insomma: se ne accorse trovandosi a masticare un torroncino che s'attaccò alle cuspidi e pervase le papille gustative senza prima essere stato introdotto nella cavità orale.
Se ne accorsero in due via via che le sensazioni venivano percepite in assenza di stimolo immediatamente riscontrabile, in una comunione a distanza che fu spesso fonte d'imbarazzo proprio e perplessità altrui, quando non addirittura terrore mascherato.
Tale comunione percettiva originò un rimbalzo d'identità clamoroso ma talvolta comodo, fin dai tempi dei compiti in classe. Il fatto che all'epoca non si conoscessero ancora fu un ostacolo superato non appena impararono a staccare gli alluci dai confini tridimensionali. Cominciarono allora a catapultarsi in qua e in là di anni o lustri, lungo la linea delle loro vite biunivoche.
Viaggiare nel tempo ignorando perfino in quale vita sarebbe avvenuto l'atterraggio era cosa eccitante, ma non scelta: l'ineluttabile guidava perfino il godimento animale, ogniqualvolta per la duplice casualità di un lancio gemellare si ottenevano dadi doppi e coincidenti sospiri d'anima e corpo riossigenati da bolle di istanti atemporali.
Durò in eterno, per tutte le festività di quell'anno bisestile, secondo il loro calendario duale. In alto, frattanto, sfrecciava immobile un'apparizione, la coda di ghiaccio stagliata come saggina sul cielo scuro più del carbone.

04 gennaio 2007

Resta a casa, lazy

- Pronto, buongiorno!
- Buongiorno...
- Allora, è contento?
- Uh?
- Ha visto, stavolta è toccato a lei!
- A me...
- Si rende conto, il privilegio di partecipare al Carnevale dei milioni, con la possibilità di incontrare di persona i suoi idoli televisivi preferiti, di scoprire i segreti della trasmissione visitando gli studi dove si registra e in più, anzi soprattutto, di concorrere alla vincita del montepremi assoluto, quello della "Maschera delle maschere"!
- Come, come?
- E tenga presente che indipendentemente dall'esito finale, il gettone di partecipazione è comunque assicurato e dunque lei il suo premio l'ha già vinto!
- Senta...
- Sì?
- ...non è che potreste portarmelo a casa, il premio?

03 gennaio 2007

Fin dai primordi

Quando la musica ti batte dentro fino a smarrirti, c'è il caso che si prepari mutamento. Sotto pioggia verdastra in catene e in libertà grazie ad essa, magari scorderai dov'è il passato. Ssh, taci, attendi dunque.
Quando le parole ti tagliano la gola fino ad annegarti di lacrime, è giunto il momento di soffiar via le paure. Domale sprezzandone l'avidità vergognosa, punta vividi gli occhi sul tramonto come già sapevano. Taci, stanotte taci e non tardare. Apprestati a spronar destrieri all'alba.

01 gennaio 2007

Grazie, altrettanto

Devo ancora decifrare il mittente dell'esseemmeesse augurale più curioso della nottata:

Gioia e rivoluzione, per tutti!

A presto.


a cura di Giulio Pianese

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