22 giugno 2007

Occhio, Tano!

Ieri è morto il mio Presidente. Mi riferisco al baffo occhio di lince con cui abbiamo giocato, riso, scherzato, mangiato e bevuto tante e tante volte.
Stavo per scrivere se n'è andato, ma non mi pare che le cose stiano così. Prima sì che se n'era andato, per un po', quando il glioblastoma giocava a risiko col suo cervello, invadendone un pezzo per volta. Ora invece è di nuovo intero, il nostro Presidente, al quale brinderemo al più presto, di nuovo.
Ieri sono state avvisate un po' di persone, qualcuno oggi, qualcuno non si riuscirà a rintracciare, perché vent'anni di storie in comune portano inevitabilmente a disperdersi un po', anche dopo aver condiviso per tanto tempo e tante volte corse salti sudori docce cibo musica e vino.
Adesso non c'è una canzoncina pronta, l'ultima te l'abbiamo cantata come ogni anno da quattro lustri il 26 dicembre, stavolta sulle note di Oh Happy Day, facendo le rime sull'età e prendendoti in giro come al solito, con il massimo di affettuosa bastardaggine che nemmeno la malattia poteva attenuare - e lo so che sei stato orgoglioso di noi, indefessi e va be' anche fessi, ma più inde secondo me, per come siamo riusciti a non farci abbattere né la voglia di ritrovarci, né quella di sgolarci e ridere insieme.
Domenica, tra la maschera e i tubicini, ho avuto l'impressione che tu fossi già pronto e che in qualche modo attendessi dai tuoi cari l'immenso coraggio di lasciarti andare. Ma no, pirla, non lasciar andare nel senso di una scorreggia. Insomma, stavo per parlare del massimo gesto d'amore possibile e invece dobbiamo per forza farci riconoscere per la consueta trivialità, ma è giusto sia così: il resto resti non detto, che tanto si sente e tracima da bocca e occhi, in un piantoriso che non si fa domare e scalpita sfondando soglie temporali, viaggiando su e giù per la vita come un lampo, perché ogni ricordo sia qui e ora.

1 commento:

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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