21 settembre 2009

Riconoscimenti

Se bendato ti conducessero sulla sabbia, sapresti di essere in spiaggia grazie all'orecchio lambito dal frangersi delle onde, alla pelle irradiata dalle emanazioni solari, ai piedi semiaffondati nel morbido granulato. Che gioia, il bambino in te non sta già nella pelle, ma l'adulto clicca su "altrove" e vai di teletrasporto. Di nuovo sabbia e sole e brezza marina: dal profumo della macchia mediterranea intuisci la latitudine, dalla ventosità e dalla bellezza del contatto tattile arguisci di essere su un bel litorale isolano. Per qualche particolare potresti addirittura individuare il luogo esatto, come la temperatura della battigia, rinfrescata dalle acque del rio Solanas che filtrano sotto il mare, diluendo la salinità per un tratto di nuotata. Lì sapresti di star bene, ne saresti contento e soddisfatto, ma in alcuni frangenti, imprevedibilmente, ti trovi disposto a un lascia o raddoppia quasi da incosciente e premi di nuovo alla cieca il pulsante del rischio, affidandoti alla buona stella e a quelle che hai salutato mentre cadevano o si facevano sparare allegramente attraversando il cielo blu notte. E vai, e aaaaah, ecco, ecco, eccoci: i piedi ti restituiscono l'infinita carezza a clessidra di un talco quasi impalpabile, eppur terreno. Un godimento a metà tra materia e spirito, una sabbia che ti è ben nota, che riconosci: simile a quella di Chia a cala Campana o a quella di cala Giunco a Villasimius e allora decidi di fermarti lì. Ti fai sbendare e il mare dinanzi a te regala i toni del verde e del blu, gli scogli che si alternano alle calette sono levigati da anni luce di eppure soffia, la vegetazione che attornia l'intera baia predilige ginepro leccio e lentischio e la collina digrada trasformandosi in bianche dune al centro. Meraviglia delle meraviglie, riconosci tutto quanto senza esserci mai stato, capisci che hai fatto bene a farti sbendare e sorridi a quanto sei stato fortunato a capitare, quasi per caso, a Porto Sa Ruxi. Con gioia stupenda ci nuoterai e trasecolando ti dici che vorresti farlo per sempre.

15 settembre 2009

Non è solo un ottavo di pizza

Quella è la pigrizia mentale che impedisce di vedere le cose, bloccando la percezione anche delle più evidenti.
Non è vero, per esempio, che non esiste più la mezza stagione. Esiste, ed è caratterizzata da un clima particolare, un clima in cui se stai nudo hai freddo e se ti vesti hai caldo. Qui c'è stata ieri. Da stanotte è già autunno da finestre chiuse.

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E tu chiudile pure, rivestiti se tocca rivestirsi, ma svestiti delle armature e non dimenticar che bello è aprirsi.

10 settembre 2009

Imbrunire

Stasera ho finito di corricchiare che s'erano già accesi i lampioni. Nemmeno le giornate son più quelle di una volta, non durano, sarà il ritorno della mezza stagione o sarà che quelli hanno imposto i tagli anche all'ora legale, rosicchiando senza parere minuti alle nostre vite per riservarli allo sponsor.

Ma non importa, finché c'è fiato c'è speranza. Nientemeno che del creazionismo parlavano quattro ragazzi correndo affiancati (ho origliato seguendoli fino alla curva, poi ognuno per la sua strada, che io faccio il mio di giro) e a tal proposito hanno menzionato il Flying Spaghetti Monster, così ho saputo dell'esistenza di questa nuova religione nata come parodistica protesta contro i pericolosi zucconi del pensiero letterale.

Promemoria maglietta: non indossare battute ambigue, altrimenti risulterà imbarazzante sorridere a chi incroci, ammesso che ti venga da sorridere (spesso sì, volentieri). Dunque metti al bando questa, che ha anche una certa età, oltretutto.

Le zanzare, fortunatamente, erano troppo stanche per pungere attraverso la pelle madida durante lo stretching finale. Casa, doccia, pasta al pesto, un altro po' di traduzione per portarsi avanti.

09 settembre 2009

Qualcosa d'irresistibile

I tuoi capelli lisci e scuri, i tuoi boccoli biondi, la testa reclinata sulle mie ginocchia, le labbra che ancora non conoscevano lingua, il verde montano del tuo sguardo in campo d'ambra, quei due laghi azzurri incorniciati da chiome di grano, i baci timidi, l'audacia frammista a ritrosia, il calore ripetuto della passione a sorpresa, il bacio perfetto, le fossette lombari del tuo bacino mediterraneo, i tuoi mugolii da fuochi d'artificio continui, il prorompere dei tuoi seni al nostro primo lento, il sorriso bagnato quanto l'erba del giardino, l'incredibile creatura in carne e curve, il suggello di una luna rossa, la dolcezza consapevole, l'avventura di musica e parole, il batticuore dell'impeto, lo sfizio del desiderio condiviso, le vibrazioni radiose, le sontuose cavalcate e disperanti, le carezze del toccar con mano l'ineffabile, la complicità ormonale, il sudore totale, la moltiplicazione dell'essere, l'orgasmo dell'anima, lo sguardo a ventosa, i tuoi gesti di appartenenza, l'offerta, i portafortuna, le affettuosità terapeutiche, il ruggire del godimento, la golosità del gelato, la soavità dello scoprirsi, la grandezza del riconoscersi, la rinascita delle riaperture, la bellezza che sa illuminare, la speranza che fa innamorare.

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Rispondendo a "cosa vi colpisce in una donna?", dicevo per l'appunto: Come si muove nello spazio, come guarda, come sorride. La forma del culo, la differenza di diametro tra vita e fianchi. Poi si può approfondire e l'elenco sarebbe lunghissimo, perché in ciascuna c'è qualcosa di bello e in qualcuna qualcosa di irresistibile.

08 settembre 2009

Di REM così

Scendevamo delle scale. Fuori tempo, fors'anche un po' stonate rispetto al circondario, ma noi eravamo lì, reali e realmente preoccupati. Ad attenderci c'era il tempo perduto, quello di quando sei in ritardo ancor prima di partire. Si cercava d'agguantare un treno per l'ultimo predellino, pur sapendo che nemmeno prendendolo sarebbe stato possibile arrivare per tempo. Di mezzo, moltiplicandi ostacoli, piccoli e grandi, tutti egualmente avviluppanti, come lenzuola umide a vincolar caviglie e piedi. L'improbabile tinto di sensazioni, un lampeggiare carico di promemoria sentimentali, lo zampicare delle pulsioni opposte al volere o a quel che si credeva tale. Su di uno sfondo capace di acquattarsi per lasciar spazio al dire dell'eidomachia, incruenta guerra di visione che scaturisce in gestazione d'alba.

07 settembre 2009

Eh

I sorrisi, l'amore, la musica, le onde, il piacere, le cose buone, i colori, lo sguardo sul mondo, tutto bello, d'accordo, però il pensiero che l'unico "per sempre" su cui contare sia quello della morte, che chi se n'è andato non lo abbia fatto solo temporaneamente, un po' di giramento di coglioni lo suscita, eh.

06 settembre 2009

Dixie pixel swing

Noi sembriamo carne facile
fatta per gli istanti magici
di chi s'accontenta docile
di chi non fa caso a tutto il
sus-sur-ra-re

Quasi tutto viene semplice
se per ogni istante guardi lo
spazio che distanzia il forcipe
dallo spazio che prepara il
so-spi-ra-re

[stacco intreccio fiati]

Quasi tutto viene semplice
quando t'abbandoni come se
un istante almeno come si
deve ti spettasse in questo
na-vi-ga-re

Poi stentiamo a dirci magi re
ben che lo si sappia a tu per tu
quel che si sprigiona da più in là
quel che il nostro spazio interno
fa vi-bra-re

[di nuovo fiati e assoli ad lib.]


a cura di Giulio Pianese

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