01 giugno 2010

Non sappiamo più quando stiamo andando

Dovessi dar retta alla percezione, dimenticando il foglio appeso al muro coi numeri e i nomi dei giorni e dei mesi, non troverei una collocazione spaziale al tempo, non saprei dire in quale anno e in quale periodo di quell'anno mi trovi. I ponti che riallacciano i giorni ai giorni saltano settimane, decadi o quindicine con la massima agevolezza, fulminei e rilucenti ammiccano e sorridono mentre falcidiano a mazzi intere piantagioni di momenti smarriti. L'incostanza climatica non è una ragione, non sufficiente quantomeno, per siffatta vaghezza. Forse è più un senso di sospensione, di cose da sistemare, di conti da riassestare, di fuoco in gola da spegnere, di corporeità da accudire, di voce perduta da ritrovare. Sapendo che essere vivi è già cosa bella, ma certe volte non basta.

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a cura di Giulio Pianese

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