27 settembre 2010

Una passeggiata

Percorrere a piedi le strade in cui solitamente transiti in auto, camminando di buona lena come se dovessi andare da qualche parte. Percorrerle con una curiosità estranea e tranquilla, cambiando marciapiede per non perdere gli ultimi raggi lunghi, lasciando lo sguardo libero di cogliere particolari insignificanti e di memorizzarli a breve nell'archivio delle cose belle impreviste. Adottare una diversa forma di meditazione, quella ambulante, in cui l'ozio si ribalta in dinamismo da pilota automatico, in cui distacco e vigilanza si scambiano i ruoli nell'accompagnare sentimenti e sensi. Allora trovi l'immagine e la sua verbalizzazione, allora speri anzi confidi che una scintilla di brace stia covando sotto le ceneri ancora quasi calde. Non hai bisogno di chiederti se avrai abbastanza fiato per soffiarvi su, ma se saprai pazientare per non soffocare il rinfocolarsi. Se saprai accompagnare con tranquilla curiosità il sorriso di sentimenti e sensi per non perdere i rinnovati raggi. Percorrere i tempi e gli spazi in cui solitamente transitano i sogni, percorrerli con lo sguardo libero e il cuore aperto alle cose belle impreviste.

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a cura di Giulio Pianese

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