11 gennaio 2012

Storie di cuore

Chissà se era già tutto scritto, ogni battito e ciascuna tachicardia, respiro per respiro fino all'aritmia, un cuore jazzato che per diecimila volte al dì secondo l'holter si esibiva con l'Arte di Blakey o al Massimo di Roach. Troppo poco sonno e troppe birre scure, eccola spiegata la sincope cardiaca tardoadolescenziale. Lì per lì però, lì per lì non te n'accorgevi mica, non l'avresti mai saputo fino all'ultimo respiro se non fosse stato per quel dottorone antipatico che una volta all'anno si sbafava i tuoi cappelletti fatti in casa. Tutta colpa d'un certificato obbligatorio, per il nuoto o la palestra, e dall'auscultazione furon pletore di esami e visite, riesami e indagini e di nuovo visite, ma poi via, tutto cancellato in pochi anni, tutto azzerato: grazie al cordarone in dose minima e a quel dottorino dalle mani sudate, si tornò a battere in quattro regolare, niente balcanismi in petto. Questo, finché non tornò a bussar l'amor.

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a cura di Giulio Pianese

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