22 aprile 2012

Poesia e traduzione (poesia è traduzione)

Sono contentissimo dell'esperienza di ieri: il Workshop di traduzione letteraria dall'inglese - Poesia tenuto da Franco Buffoni è stato un vero nutrimento per l'anima.

La premessa teorica, ovviamente schematica dato il poco tempo a disposizione, ha fatto riferimento alla traduttologia, giovane scienza che coniuga i formalismi della linguistica teorica e i principi della filosofia estetica grazie ai concetti di avantesto, ritmo, poetica, intertestualità, movimento del linguaggio. Prendevo appunti e piacevolmente riecheggiavano da un lato gli esempi di teoria e pratica della traduzione presenti già nei primi numeri della rivista Testo a fronte, dall'altro il ricordo del corso di laurea allo IULM di qualche lustro fa.
Passando alla pratica, abbiamo esaminato i nostri timidi tentativi di tradurre versi generati da mostri di calibro assoluto (W.H. Auden, D.H. Lawrence, Ezra Pound, T.S. Eliot), grandi da poco scomparsi (Allen Mandelbaum) e qualche nuova voce (Kate Clanchy). Questo prima di confrontarci con le soluzioni spesso geniali di Franco Buffoni stesso, dal suo Quaderno di traduzioni appena uscito per Marcos y Marcos col titolo Una piccola tabaccheria.

Così è stato possibile esemplificare e provare ad applicare il concetto di "lealtà" del traduttore spiegato nella premessa del volume: Mia ferma convinzione è che non di “fedeltà” si dovrebbe parlare bensì di “lealtà”. Il termine fedeltà connota guanciali, lenzuola e sotterfugi; il termine lealtà due occhi che fissando altri occhi dichiarano amore ammettendo un momentaneo “tradimento”. Sono stato leale alla tua altezza poetica, tradendoti qui e qui e qui: l’ho fatto per restare il più lealmente possibile alla tua altezza.

A un certo punto ci ha illustrato la distinzione operata da Pound tra poesia della melopea (in cui prevale la musicalità), quella della logopea (in cui conta soprattutto il discorso o ragionamento) e quella della fanopea (il cui fulcro è l'epifania o illuminazione). Nel tradurre, individuare l'elemento predominante aiuta a capire che cosa eventualmente sacrificare nella resa. Il livello della sfida però s'innalza inesorabilmente affrontando i grandissimi poeti, capaci di fondere nei propri versi i tre elementi.

A fondere i tre elementi è di sicuro riuscito Franco Buffoni in questo incontro, che è stato una lezione interessante e coinvolgente, un godimento estetico condiviso, un movimento intellettivo piacevole e illuminante. Ascoltarlo leggere o recitare a memoria versi di immensa grandezza e vederseli porgere a portata di gusto mi ha fatto sentire una volta di più fortunato e grato alla complicata bellezza dell'umano vivere.

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a cura di Giulio Pianese

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