13 giugno 2012

L'arte del mestiere

Mi piace chi fa bene il proprio mestiere, l'ho già scritto e lo ribadisco. È una cosa che noto e mi fa un bell'effetto, mi sembra ogni volta un sorriso in più regalato al mondo, che si tratti di un ferramenta della Bovisa (quello in piazza Bausan, tanto per non far nomi), di un gelataio (quando le papille fanno faville) o di un barbiere (ma per la precisione dovrei dire acconciatore, visto che mi riferisco a Daniele di MIDA, in quel di Cinisello Balsamo).

Il mestiere fatto per bene si percepisce dai particolari e dalle attenzioni inattese, oltre che dal risultato finale: è una pietanza fatta di competenza, ma il suo condimento è la passione.

Un lavoro svolto con passione riesce meglio e in più ti evita l'alienazione, annullando la noia e trasformando la fatica in soddisfazione. Ti porta a regalare qualche sforzo in più senza patirne il peso e senza nemmeno sapere che alla lunga ne sarai ripagato (quasi un paradosso, la remunerazione della gratuità, ma in genere, in una forma o nell'altra, funziona).
Succede anche a me in vari ambiti e il bello è quando a fine compito, nonostante le lunghe fatiche, non sembra nemmeno di aver lavorato. Non approfittatene, però, eh!

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a cura di Giulio Pianese

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