05 ottobre 2012

Prospettive

Cambiano le prospettive, cambiano, perché sono le cose a fartele cambiare. Riconosci, mentre ti escono dalla bocca, alcune delle raccomandazioni che ti sentivi propinare da piccolo o da ragazzino; osservi, sogghignando per l'ironia, il ribaltamento di ruoli negli orari da rispettare e far rispettare; ascolti, tra un non detto e un non sentito, i silenziosi sbuffi di noia e le scappatoie di momentaneo obnubilamento; respiri, un po' immaginandole un po' comprendendole, le aspirazioni forse illusorie ma forse no; abbracci con dolcezza anche gli entusiasmi ingenui; consideri con tenerezza, ma forzandoti alla fermezza dei principii, gli sgattaiolamenti illeciti e in ciascuno di quei momenti sei nello stesso momento tu come sei e com'eri, genitore e figlio, guardia e ladro, e nell'essere tu ora sei, insieme, occhio esterno da astrazione serena e pulsione circolatoria da preoccupato coinvolgimento.

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Se invece non sono le cose a cambiartele, cambiale tu, le prospettive, anche solo per provare. Magari senza proprio esagerare, altrimenti (e questa l'avrà pur detta qualche saggio e se no, la dico io) altrimenti fai come chi volendo scavare dentro di sé creò un terribile vuoto interiore.

Poi vedi tu: volendo puoi anche mettere il mondo a testa in giù, purché poi la paura non ti rovini la visione e la visuale.



In questa striscia di xkcd si dice:
- Che cosa stai facendo?
- Mi aggrappo al soffitto di un abisso senza fondo.
- Sei ben strano.
...
- Che c'è?
- Ho guardato giù.
E al passaggio del mouse sul disegno originale, si legge:
"I dropped a bird and I didn't hear it hit bottom."
Ho lasciato cadere un uccello e non l'ho sentito toccare il fondo.

1 commento:

Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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