08 marzo 2013

Con il nastro rosa

Stamane ho indossato un nastrino rosa e mi sono presentato così in classe, contando di suscitare qualche domanda. Così è stato e ho approfittato del breve intervallo di attenzione per ricordare ai ragazzi che la giornata della donna (giornata, non festa) non è una banalità, giacché le donne subiscono ancora molte discriminazioni. Tanto per fare un esempio, ho sottolineato il fatto che nel nostro Paese le donne abbiano votato per la prima volta nel secondo dopoguerra (il suffragio universale in Italia fu riconosciuto solo nel 1945 con un decreto e poi sancito dalla Costituzione promulgata nel 1947).

A tal proposito, dai un'occhiata alla mappa interattiva pubblicata dal Guardian, con le informazioni sui diritti delle donne nel mondo. Spostando il pallino giallo lungo la barra si può vedere in quale anno hanno ottenuto il diritto di voto nei vari paesi. Cliccando sui singoli paesi si ottengono ulteriori dati: disoccupazione maschile e femminile, presenza in ruoli parlamentari e ministeriali, casi di morte per parto nel 1990 e nel 2008, assistenza di personale qualificato durante il parto, uso della contraccezione. [grazie a Raffaella Capellaro per la segnalazione]

Quel nastrino era lo stesso di ieri sera, quando ho partecipato alla Milonga solidale in rosa presso lo Spazio A, organizzata a favore dell'associazione Spazio Prevenzione. Avevano chiesto di esibire un accessorio rosa ed essendone sprovvisto, fino al penultimo minuto temevo di dovermi incollare sulla spalla l'unico oggetto rosa che avevo in casa, un maialino in gomma che grugnisce quando lo schiacci. Invece ho rimediato col nastro, anche se non ho capito bene se facesse di me un regalo come cantava Lou Reed (I'm just a gift to the women of this world) o uno scemo c' 'a nocca, ovverossia un fesso fatto e finito (in napoletano, letteralmente: "scemo col nastro"). Sono certo che i pareri sarebbero contrastanti, comunque ho ballato un po' di tande e mi son divertito.

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a cura di Giulio Pianese

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