29 giugno 2015

Quante storie

Se una notte d’inverno un viaggiatore Fuori dall’abitato di Malbork Sporgendosi dalla costa scoscesa Senza temere il vento e la vertigine Guarda in basso dove l’ombra s’addensa In una rete di linee che s’allacciano In una rete di linee che s’intersecano Sul tappeto di foglie illuminate dalla luna Intorno a una fossa vuota Quale storia laggiù attende la fine?

Non ditemelo. Non ancora.
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Così scrivevo qualche giorno fa. Poi il libro l'ho terminato, trovandolo meraviglioso. Che Italo Calvino fosse una garanzia me lo dicevano le esperienze precedenti, ma apprezzarlo dopo esserne stato spiazzato è stato ancor più soddisfacente.
Questo genio era in grado di scrivere qualunque cosa, sarebbe stato in grado di scrivere quasi in qualunque modo: le settimane precedenti, oltre al divertentissimo San Isidro Futból di Pino Cacucci, avevo divorato un paio di bei gialli avvincenti (Pista nera di Antonio Manzini e Ksenia. Le Vendicatrici di Massimo Carlotto e Marco Videtta), ma scorrendo le evoluzioni calviniane mi rendevo conto di come lui fosse in grado di avvincere a partire da qualsiasi elemento, situazione, spunto e perfino dalla voluta assenza di spunti.
Durante la lettura, accanto all'ammirazione sconfinata si faceva spazio anche una vocina che ammoniva: se c'è gente che scrive così, tu non t'azzardare, profaneresti lo scrivere, lascia perdere, ma tutto, financo la lista della spesa. Poi, naturalmente, uno se ne fotte e continua a fare come gli pare. Il che mi pare giusto, altrimenti ci si dovrebbe proibire di giocare a pallone dopo aver visto, che so, Marco Van Basten.

L'importante, probabilmente, è non smettere mai di leggere. Almeno finché ti rimane la voglia irrefrenabile di ascoltare il racconto.
«Se una notte d'inverno un viaggiatore, fuori dell'abitato di Malbork, sporgendosi dalla costa scoscesa senza temere il vento e la vertigine, guarda in basso dove l'ombra s'addensa in una rete di linee che s'allacciano, in una rete di linee che s'intersecano sul tappeto di foglie illuminate dalla luna intorno a una fossa vuota, - Quale storia laggiù attende la fine? - chiede, ansioso d'ascoltare il racconto»
P.S.: non si può sapere tutto di tutto. Per la serie "io sono da solo a leggere*, quelli sono tanti di loro a scrivere**", è chiaramente impossibile arrivare a coprire tutto lo scibile, anche solo di un particolare settore culturale o ricreativo. Meglio dunque imparare a cogliere, assaporare e godere qualche spicchio, senza preoccuparsi che ciò avvenga tardi, più tardi, in ritardo. Sempre meglio che mai.

* oppure ascoltare, guardare...
** oppure comporre, suonare, dipingere...

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bonus: Courtney Barnett, Small Poppies

2 commenti:

  1. Calvino ha la grazia di rendere tutto possibile, di far diventare fantastica la normalità e normale il fantastico in tutto ciò che ha scritto (o almeno in ciò che io ho letto) felice d'averlo conosciuto.

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Grazie per aver letto le mie parole, sarò lieto di leggere le tue.



a cura di Giulio Pianese

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