28 ottobre 2017

Ora e ancora

Il CD World Without Tears di Lucinda Williams me l'aveva regalato Wes, un americano che accompagnavo dai suoi clienti italiani facendogli da interprete. Se voglio ascoltarlo, però, mi tocca ricorrere a YouTube, perché il supporto fisico l'ho perso; evento per me più unico che raro, questo, nel caso di dischi, CD o anche cassette.

Tra i pezzi in elenco, quello che mi catturò fin da subito è il primo: Fruits of My Labor, sicuramente per la generosa dose di dolciastra malinconia che lo avvolge e che si porge all'orecchio amante di quegli unici momenti, all'animo vagante dai perduti struggimenti.

Ora, mentre lo ascolto e riascolto masticandone il testo, lascio che il lenzuolo del tempo svolazzi schiaffeggiando l'aria più o meno limpida degli spazi ampi, sentendomene lambire con levità, con levità. Lieve il sorriso, dolce lieve giunge una notte che sa di luna con un'aura che sa d'aurora, lattescente notte che sa già di alba, ora dopo ora e per un'ora ancora.

21 ottobre 2017

Euforica pienezza

A raccontarti una cosa di quando non c'eri mi sembrerebbe di farti ascoltare una cover dei Nouvelle Vague, quelli capaci di appiattire qualsiasi bella canzone capiti loro sotto gli spartiti.
Metti che nel racconto ci siano i tempi giusti: comunque mancherà lo spessore; magari c'è la storia, ma sciapidiscono i sentori; oppure ci sono le sensazioni, però mancano i riferimenti condivisi. Tante tante tante volte la condivisione non è facile, in taluni casi nemmeno ipotizzabile.

Eppure esistono e si verificano preziosi contatti umani con chi sa (quasi) esattamente quel che abbiamo provato e come lo abbiamo provato. Meglio ancora, ma lì si arriva al sublime, con chi riesce a leggere oltre, a leggerci oltre, più di quanto saremmo mai riusciti a fare da soli.
Lì si raggiunge un livello di crescita interiore, non necessariamente un'evoluzione, ma di sicuro una stupefacente dose di piacere e riappropriazione, con la capacità di andare a occupare i nostri interstizi nascosti, le nostre cavità emozionali meno frequentate, le parti a lungo trascurate del nostro immenso piccolo essere.

A metà strada, un intrico di scorciatoie ci facilita le cose: il compimento di percorsi in compagnia, la pratica comune di discipline o divertimenti, la compartecipazione ad attività, l'espressione di passioni, il fare insieme, l'essere per davvero.
Essere e fare vanno bene insieme, così come ascoltarsi l'originale.

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bonus: Blister in the sun, Violent Femmes (1982)

08 ottobre 2017

Domande da blogger a blogger

Maximiliano Bianchi (Strelnik) chiede:
Blogger della vecchia guardia (2002-03) cosa volete? Di che cosa vi fate? Dov'è la vostra pena? Quale è il vostro problema? Perché vi batte il cuore?
Rispondo di getto:
1) armonia e intensità.
2) di tango.
3) nei limiti della capienza del vivere e nelle distanze spaziotemporali degli affetti.
4) sanare il conflitto tra pulsioni ludico-epicuree e necessità economiche.
5) perché ho il sangue caldo e sorridente.

[qui le risposte degli altri]


a cura di Giulio Pianese

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